Cantiere Didattico ”Sala del Paradiso”

Nel gennaio 2003, durante ricognizioni effettuate in preparazione del progetto generale di restauro e riuso della Rocca boiardesca emersero frammenti di pitture sorprendentemente affini con gli affreschi asportati sul finire del Settecento e ora conservati presso la Galleria Estense. E’ da poco iniziato un delicato e difficile restauro che consentirà dopo trecento anni di ricostituire, almeno virtualmente, il suggestivo e pregevole apparato decorativo della Sala del Paradiso, affidato quasi cinque secoli or sono dal conte Giulio Boiardo a Nicolò dell’Abate
La presenza di Nicolò a Scandiano è documentata tra il 1540 e il 1543 e a questo periodo è riferibile la decorazione dei due ambienti detti “Camerino dell’Eneide” e “Sala del Convito o del Paradiso”, ubicati nell’appartamento del conte al primo piano dell’edificio.
Nel 1772 le decorazioni del Camerino vengono staccate e fatte trasportare a Modena per ordine del duca Francesco III d’Este.
Ignota era pure l’ubicazione della “Sala del Paradiso”, che solo studi recenti hanno identificato nella camera posta sopra la torre d’ingresso. Di questa sala sono conservati alla Galleria Estense di Modena numerosi frammenti, tutti ricavati dalla demolizione della volta e dei pennacchi sui quale si impostava la volta stessa: la parte sinistra del soffitto con il “convito di Amore e Psiche” e le vele con i “Musicanti”. Non si ha notizia del periodo in cui questi furono staccati: probabilmente anch’essi nell’ultimo quarto del Settecento, ma non si può escludere che ciò sia avvenuto nei primi decenni del secolo XIX.
I frammenti di pitture recentemente ritrovati, sorprendentemente affini con quelli conservati a Modena, completano l’apparato architettonico e decorativo della “Sala del Paradiso”.
Grazie all’intervento dell’Opificio delle Pietre Dure e laboratorio di Restauro di Firenze, si è proceduto al completo restauro di una delle lunette, intervenendo su questa come su un “oggetto pilota”.
Nei locali che ospitano i frammenti pittorici ritrovati è stato allestito un cantiere didattico che consente al contempo il proseguimento dei lavori di recupero (nei giorni feriali) e l’apertura al pubblico mediante visita guidata (nei giorni festivi).
 

Nicolò dell’Abate

Nato a Modena da un Giovanni scultore nel 1509 o nel 1512, della sua formazione abbiamo poche e controverse notizie. Con Alberto Fontana la prima impresa sicura è nel 1537 la decorazione ad affresco delle “Beccherie” modenesi, della quale restano diversi frammenti. Intorno al 1540 affresca con storie dell’Orlando Furioso e dell’Eneide le rocche di Sassuolo e di Scandiano. La presenza di Nicolò a Scandiano è documentata tra il 1540 e il 1543. A questo periodo è riferibile la decorazione dei due ambienti detti “Camerino dell’Eneide” e “Sala del Convito o del Paradiso”. Di quest’ultima è stata recentemente individuata la collocazione nella sala soprastante l’arco d’ingresso sul lato nord della Rocca, nella quale sono state ritrovate pitture murali, delle quali è in corso il restauro, ma è tuttavia visibile. Negli anni successivi lavora in territorio parmense, lasciando suoi affreschi a Busseto e nella Rocca di Soragna, a Modena nel palazzo Comunale e nella chiesa di San Pietro, a Bologna in Palazzo Torfanini, Palazzo Leoni e Palazzo Poggi. Giunge a Fontainebleau nel 1552, chiamatovi probabilmente dal Primaticcio con il quale collabora nella decorazione di alcune sale. Il lungo periodo che Nicolò trascorse in Francia fu denso d’impegni, ma tutte le opere del periodo francese sono oggi gravemente danneggiate o sono addirittura andate perdute, anche se sono fortunatamente note attraverso un gran numero di disegni autografi conservati in larga misura presso il Cabinet des Dessins del Louvre.